venerdì 18 novembre 2011

Integrazione Sostenibile

Un po’ per caso, quella che doveva essere solo una piccola dimostrazione di solidarietà, si è trasformata in un impegno quasi quotidiano, che ha coinvolto, sempre più, i giovani della nostra comunità e di alcune vicine, volontari pronti ad assistere e ad aiutare dei loro coetanei provenienti dal continente africano.

Abbiamo voluto incontrarli, perché volevamo si sentissero accolti al meglio e perché volevamo sensibilizzare in qualche modo l’intero paese in opere di accoglienza ed assistenza e attirare l’interesse della comunità palazzolese sui migranti del centro di contrada Serrascimone.

Questa gente non è un pericolo, ma è fuggita dal pericolo. Non sono qui per delinquere, ma solo per cercare un transito per l’Europa.

Alcuni di loro hanno drammatiche storie alle spalle, hanno assistito al dissesto delle proprie famiglie, a causa di conflitti di natura politica, religiosa o etnica. Sono fuggiti prima in Libia e, allo scoppiare della guerra, sono giunti in Sicilia, attraverso il consueto “viaggio della speranza”.

Siamo rimasti colpiti ed emozionati dal loro desiderio di stare a contatto con la popolazione locale, a cui hanno detto sin da subito di non voler essere di disturbo, mantenendo l’impegno e sforzandosi di integrarsi con essa.

In questi mesi la nostra attività, nata come semplice voglia di conoscenza e di confronto con culture diverse, si è trasformata in una rete di rapporti di sincera amicizia e in un’esperienza, da parte nostra, d’arricchimento personale e umano.

Li abbiamo guardati negli occhi e abbiamo conversato a lungo con loro. Li abbiamo consigliati e ne abbiamo ascoltato i racconti quotidiani. Ci abbiamo scherzato e giocato insieme, li abbiamo portati fuori, in giro per la città e i dintorni.

Insieme ad altre organizzazioni, sono stati creati dei piccoli momenti di convivialità e intrattenimento e attività sportive, non trascurando l’aspetto dell’istruzione, la lingua in particolare, aiutandoli nell’iscrizione a dei corsi serali di alfabetizzazione, ancora in attesa di avvio.

Grandi sono state la loro voglia di socializzare con noi e l’affetto e la gratitudine che ci sono stati dimostrati, rendendo faticosa e commovente la separazione, per chi di noi è stato costretto ad andare via per motivi di studio.

Vorremmo fosse concessa ad ognuno di loro la possibilità di restare in Italia, magari proprio nella nostra comunità, con un’unica ragione che sia quella umanitaria.

Consideriamo queste persone come una potenziale risorsa per la nostra collettività, sia economica che culturale, e non come un peso.

Vogliono rendersi utili per la comunità che li ha accolti e restituire quanto ricevuto, hanno il desiderio di imparare bene la lingua, per poter dire tutto ciò che fino ad ora avrebbero voluto ma non sono riusciti ad esprimere.

Palazzolo Acreide, 5 novembre 2011

Concetta Caruso (Circolo S.E.L. Palazzolo)
Fabio Fancello (Circolo S.E.L. Palazzolo)
Marco Fancello (Circolo S.E.L. Palazzolo)
Ludovica Fazio
Eleonora Imbrò (Circolo S.E.L. Palazzolo)
Manuela Imbrò (Circolo S.E.L. Palazzolo)
Lucia Lenares
Daniele Lo Magro
Eliana Tavana (Circolo S.E.L. Palazzolo)