Al Sindaco
del
Comune di
Palazzolo Acreide
Oggetto:
interrogazione – prevenzione desertificazione area Pineta
L’Assessorato del Territorio
e dell’Ambiente con decreto 8 gennaio 2013 ha pubblicato la graduatoria di cui
al II avviso pubblico diretto alla linea di intervento 2.3.1.B.(b) (già Linea 2.3.1.4) del Programma
Operativo FESR Sicilia 2007/13, relativa a progetti per “Lavori di prevenzione dei fenomeni di desertificazione”.
Palazzolo risulta ammesso
nella graduatoria pubblicata in G.U.R.S. del 22 marzo 2013, con progetto
finanziato da, vi si legge, 380.000 euro,
diventati 270.000 a leggere altre fonti,
probabilmente per ribasso.
Un progetto che interessa
l’area di c.da Pineta, ritenuta dai tecnici a rischio. Palazzolo, invero,
risulta inserito nella “Carta della
sensibilità alla desertificazione della Regione siciliana”.
A un profano il problema può
destare meraviglia e incredulità. Non si immagina un Comune montano a rischio
desertificazione, Palazzolo, come altri, ovviamente.
Tuttavia, leggendo le carte
e approfondendo il tema si apprende che:
Punto
1 - “gli interventi sono finalizzati a
intraprendere azioni e misure di contrasto che tendono a mitigare i fenomeni
che colpiscono quest’area. La desertificazione consiste nella progressiva
perdita di fertilità e capacità produttiva dei suoli, che nel tempo provocano
conseguenze negative anche in agricoltura e negli allevamenti, con una
riduzione delle biodiversità e della produttività biologica, nel caso specifico
per l’erosione del terreno vegetale che tende a scivolare a valle con
progressivo affioramento della roccia sottostante. Lo scivolamento del terreno
e del pietrisco crea problemi di instabilità con conseguente scarsa sicurezza
per chi si trova a transitare nella zona sottostante la strada provinciale 90 Palazzolo-
Castelluccio”.
Punto
2 - “Si punterà - si legge - a ripristinare i muri a secco della zona, avviare un processo di
piantumazione di essenze arboree, adottare tecniche che prevedano la diffusione
di assetti idraulico-agrari e di lavorazione dei terreni a basso impatto
erosivo; realizzare una recinzione con rete e paletti di castagno per evitare
il pascolo abusivo, contenere lo scivolamento del terreno con tecniche di
ingegneria ambientale (come l’uso di fascine di legno); realizzazione di una
fascia sempre verde con fichi d’india con la doppia funzione di contenimento
del terreno e di fascia parafuoco”.
Nonostante le buone
intenzioni e i dotti chiarimenti, il
progetto generale utilizzato in Sicilia sembra una delle tante invenzioni
siciliane per utilizzare fondi europei, magari impiegandoli per altre necessità, come la messa in sicurezza di
costoni e terreni scoscesi che mettono a rischio il transito viario o la
percorribilità delle aree interessate.
Il dubbio resta. Come
restano dubbi sul perché proprio l’area in c. da Pineta.
Perché
è anche una zona di grande interesse archeologico e naturalistico, dice il Sindaco, quindi sono utili i lavori che la mettono a riparo di desertificazione.
Poco importa se negli anni c. da Pineta
ha subito una cementificazione rilevante, alla faccia dell’interesse
naturalistico ed archeologico!
Onde chiarire ogni dubbio
sulle finalità raggiunte con l’intervento, ad eccezione della riconosciuta
finalità di messa in sicurezza dell’area, confidando, ovviamente, in lavori
eseguiti a regola d’arte, temendo, anzi,
che questo non sia avvenuto,
si chiede alla S. V.:
di
conoscere, riferendoci alle finalità del punto 1:
·
quali
i dati relativi alla progressiva perdita di fertilità e capacità produttiva del
suolo area Pineta;
·
quali
le conseguenze riscontrate in campo agricolo e degli allevamenti;
·
premesso
che l’intervento, se è stato completato
a regola d’arte, potrà mettere in sicurezza il costone, quale il grado di
erosione del terreno vegetale dell’area trattata e quale gli effetti di
riduzione delle biodiversità e della produttività biologica ha determinato;
di
conoscere, riferendoci alle finalità del punto 2:
·
se in
corso d’opera sono state disposte “varianti” (nel senso di modifiche) sui lavori previsti per i muri a secco, la
piantumazione di essenze arboree , fasce sempre verdi e quanto altro in
progetto;
·
se la
recinzione con rete ha interessato l’intero perimetro previsto in progetto o è
aggiuntiva a quella posta con precedente progetto;
·
se la
fascia sempre verde realizzata con fichi d’india, con funzione di contenimento
e di parafuoco, è stata impiantata in tempi favorevoli per uno sviluppo
naturale e positivo;
·
se i
lavori effettuati di impianto di nuova vegetazione, di riassetto dei terreni,
di impianto della rete, dei sostegni e delle fascine in legno e di quanto
analiticamente in progetto, hanno determinato controlli in itinere e quale lo stato attuale;
·
se, cioè, lo sviluppo delle essenze
arboree, di arbusti e della fascia sempre verde prosegue e va avanti secondo
naturali e regolari stadi di crescita o risulta impedito da eventi non prevedibili
o da errori di impianto.
Avendo avuto l’opportunità di seguire l’iter i lavori con
documentazione, anche fotografica dell’evoluzione/involuzione di quanto in
progetto
si
chiede, infine,
·
se l’intervento risulta sottoposto a
regolare collaudo e quale, nel caso, l’esito dello stesso.
Nella convinzione di dubbia
utilità e finalità dell’intervento in questione, si chiede formale ed analitica risposta di riscontro a tutti i punti
oggetto della richiesta, onde evitare successive puntualizzazioni sullo
stesso argomento.
Palazzolo Acreide, 26 giugno 2015
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