mercoledì 10 aprile 2013

Vuoti a perdere


Si avvicina una corsa importante, forse la più importante, quella che, più di tutte le altre, ti ha spinto ad affrontare la competizione.

Hai già una buona macchina, certo non è una Ferrari, ma con la messa a punto giusta e un pilota capace, hai buone possibilità di affrontare gli avversari, soprattutto quello da battere, il pluricampione che sembrerebbe alla guida della macchina perfetta.

Un pilota importante, uno di quelli con esperienza, si offre di darti una mano. Già al solo ventilare della notizia, le quotazioni del tuo avversario cominciano ad oscillare. Con lui potresti competere, rischiare di vincere o almeno mettere in difficoltà tutti gli altri.

Basta solo un sì, accettare la proposta ed accogliere questa disponibilità e finalmente il tuo impegno, la tua costanza e la tua presenza in questo mondo avranno un senso.

Ma accade l’inaspettato, quello che nessuno sano di mente potrebbe mai augurarsi, ciò che sconvolge anche chi ti è accanto. È il momento della scelta, “vado a piedi che, anche se non arrivo lontano, almeno arrivo sano e non mi stanco troppo”.

E così, con una simile vocazione alla sconfitta, anche le cinquecento cominciano ad aspirare ad ottenere un piazzamento migliore del tuo.

Agli altri rimane solo il dubbio: perché, davvero, hai scelto di competere?