mercoledì 25 febbraio 2015

Caro Sindaco,
quando abbiamo realizzato il manifesto sul Carnevale, avevamo già messo in conto una sua risposta, sotto forma di lettera aperta o di nuovo manifesto, magari affisso abusivamente sui portoni del Comune, come è capitato spesso, o da pubblicare sul suo sito web preferito.
Anche se con qualche giorno di ritardo rispetto alle aspettative, la lettera è arrivata e direttamente sulla sua fan page.
Il contenuto è quello previsto, una cronistoria, anche se molto sommaria, di come è andata, che prova a giustificare certe scelte.
Poi si passa alla sua principale fissazione, i soldi. I soldi che, solitamente, non ci sono mai e che, anzi, quest’anno sono stati risparmiati grazie alla pioggia. Perché la pioggia ha la colpa di aver rovinato la festa a tutti, ma almeno, a sentire lei, ci ha fatto risparmiare.
Il solito tentativo di difesa della patria, questa volta, risulta molto più goffo e debole, rispetto al passato.
Prova ad attribuirci, tra le righe, il pensiero di aver considerato inutili le spese per i premi per carri e gruppi in maschera, che lei reputa come “investimento” per le future edizioni del Carnevale e che, invece, a me piace considerare, semplicemente, come il giusto riconoscimento per chi si è distinto meglio in una gara.
La parte in cui cita “i soliti due” è esilarante. Una coppia di cattivoni che usa i social network, che preferisce la stampa al Consiglio e che scredita l’Amministrazione e quindi la Città.
Infine, la solita conclusione, quella da modulo prestampato, quella che completa la formalità. Si dichiara disponibile ad un confronto maturo e a valutare idee anche di singoli cittadini.
Nonostante il soccorso del videoclip del suo suddito devoto, che ovviamente si bulla e si atteggia a consumato regista di filmini, sui quali, al solito, gli viene liberamente consentito di ricamare sopra (tanto è registrato nello Utah, …e chi ci arriva fino allo Utah?), da sempre impegnato in una sua personalissima lotta per le proprie verità, il suo riscontro risulta complessivamente deludente e carico di incredibili omissioni.
Omette dal riferire che il progetto concordato e “responsabilmente” votato e quello, infine, realizzato non sono, esattamente, la stessa cosa.
Non spiega che coloro che prima hanno votato “responsabilmente” e oggi la accusano, l’avevano anche diffidata dal realizzare la solita cosa raffazzonata e confezionata all'ultimo minuto.
Non dice che, in verità, negli ultimi 2 anni, le proposte, anche su questo tema, le sono giunte più che tempestivamente, ma non le ha mai prese in considerazione.
Ad esempio, trascura volutamente quella presentata dal sottoscritto, per il secondo anno di fila, proprio in occasione di quel Consiglio “responsabile” a cui fa riferimento, prima di abbandonare l’aula per “non partecipare al solito circo” del suo giullare.
Non racconta ai cittadini che la sua concezione di “disponibilità al confronto” consiste nel non considerare mai quanto proposto da una parte che non è la sua, ma soprattutto nell'escludere, non invitando, puntualmente, l’opposizione, da qualsiasi evento pubblico in cui questa presenza potrebbe rivelarsi scomoda.
Quanti incontri su temi come agricoltura, edilizia, turismo, beni culturali e sullo stesso Carnevale hanno visto la nostra partecipazione da “non-imbucati”?
C’è però una cosa, su cui sento di doverla ringraziare: i soliti due. L’essere additato come uno di quelli che la indispongono è, per me, un motivo di grande soddisfazione.
Vuol dire che stiamo facendo bene.
So che alla prossima competizione i suoi, probabilmente, ci faranno la guerra pur di non farci rieleggere, utilizzando tutti i mezzucci, ormai ben noti, che sono consueti utilizzare.
Ma dinnanzi ad un’Amministrazione come questa, che ha l’abitudine di manipolare la realtà delle cose, rispetto a certi comportamenti grossolani, a fronte di tali incapacità ed inefficienze che, sì, mortificano e imbarazzano la Comunità, essere distinto come “altro” o come qualcosa di “diverso” ed ottenere un tale riconoscimento, proprio da lei, non può che essere un vanto e un motivo di orgoglio.
Grazie per averci fatto sorridere.
Uno dei soliti