sabato 24 ottobre 2015

Dichiarazione su Carnevale 2016 (dal Consiglio Comunale del 19 ottobre 2015)

A seguito della lettura della Delibera di Giunta, all’ordine del giorno di oggi, occorre fare delle valutazioni sia sul progetto proposto, che sull’aspetto politico.
Possiamo riscontrare che, finalmente, abbiamo un progetto, quasi completo, che riguarda la manifestazione del Carnevale, disciplinante l’intera manifestazione e non fossilizzato solo sul problema del se e del come realizzare la sfilata.
In merito ai carri allegorici, si tratta di un bando di concorso per un numero definito di carri, ai quali si impongono la presentazione di un progetto preventivo, il rispetto di alcune disposizioni relative alle dimensioni ed una serie di scadenze ed impegni. I parametri di giudizio ed il dettaglio del percorso della sfilata, completano il prospetto.
Qualche chiarimento da chiedere ci sarebbe, a cominciare da come si pensa di gestire il caso, tutt’altro che improbabile, di situazioni di persistente maltempo, che renderebbero non solo difficile ma anche pericolosa la sfilata dei carri.
Da un punto di vista prettamente politico, non si può far altro che riscontrare che, ancora una volta, le chiacchiere sulla progettazione condivisa della manifestazione, tra Consiglio e cittadini interessati, sono rimaste tali o comunque esclusive di questo gruppo consiliare, trattandosi di una Delibera, approvata, tra l’altro, con la partecipazione di appena la metà della Giunta.
Vogliamo ugualmente tentare di dare un suggerimento agli amministratori ed uno spunto di riflessione all’intero Consiglio.
Il progetto, riguardo ai carri allegorici, prevede un budget di 40.000 euro, distribuiti come premi a seconda dei piazzamenti (13.000, 11.000, 9.000 e 7.000).
Come riportato anche nella delibera, i premi legati ai concorsi, sono sottoposti dallo Stato ad una tassazione. Questo significa che, pur documentando le spese, ogni concorrente percepirà un premio al netto delle ritenute.
Quel che si vuole suggerire, pur mantenendo lo stesso budget e lo stesso numero di concorrenti, è di prevedere, piuttosto che un bando di concorso, un bando in cui sia il Comune a commissionare a quattro cantieri, corrispondenti a determinati requisiti e selezionati dalla commissione apposita, la realizzazione di quattro carri allegorici a cui distribuire equamente la stessa quota di budget.
La finalità è quella di garantire ad ogni cantiere un budget certo su cui contare e oltre il quale non “sforare”.
Tuttavia, se ci fosse la volontà di preservare, almeno parzialmente, il concorso a premi, anche per mantenere lo spirito di competizione, caratteristico del Carnevale Palazzolese, si potrebbe ipotizzare anche la distribuzione, sempre in modo equo, di buona parte del budget, riservando la rimanenza come un premio al solo vincitore, ovviamente imponibile della dovuta tassazione.
In alternativa, si potrebbe anche trovare la forma per pensare ad un accantonamento di una piccola parte del budget, per la costruzione dei cantieri, di cui tanto si parla durante le campagne elettorali e che poi, di fronte alla necessità, diventano sempre qualcosa di irrealizzabile.
In conclusione, si apprezza il fatto che, forse per la prima volta, si assista ad una tempestiva programmazione a medio termine, riguardante la manifestazione carnevalesca.
L’auspicio è che lo stesso progetto, non venga stravolto e riadattato in corso d’opera, come avviene solitamente, a seconda delle richieste e delle lamentele ricevute; che le regole e le disposizioni imposte siano effettivamente applicate e che i responsabili incaricati siano in grado di applicare, qualora si rivelasse necessario, anche le eventuali sanzioni per i casi di comportamenti difformi dalle regole stesse.

Pur augurandoci il pieno successo della manifestazione, prendiamo atto della persistente volontà amministrativa di gestire determinati argomenti senza il coinvolgimento attivo dell’opposizione, a cui ancora una volta viene presentato un fatto compiuto che, per quanto ne sappiamo, può anche essere il semplice risultato di un’idea “estemporanea” dei soli due assessori presenti alla seduta di Giunta.
Palazzolo Acreide, 19 ottobre 2015
Del. G.M n. 134

martedì 20 ottobre 2015

Casa Museo Antonino Uccello (dal Consiglio Comunale del 19 ottobre 2015)

Come molti concittadini, sono rimasto sconvolto e disgustato dal servizio, andato in onda sull’emittente La 7, il 13 ottobre scorso, durante la trasmissione “L’aria che tira”, sulla Casa Museo, fondata da Antonino Uccello.

Si descrive il museo come una sorta di “cattedrale nel deserto”, dove un maestro elementare, vagando per le campagne, avrebbe accumulato oggetti ormai inutili e li avrebbe immagazzinati in una struttura in cui oggi lavorano 16 persone, incapaci di garantire l’apertura domenicale e che usano l’illuminazione interna solo in presenza dei pochi visitatori occasionali.

Inoltre, dalle interviste trasmesse, si insiste nel lasciar credere che i palazzolesi non abbiano idea di chi sia stato questo signore a cui è intitolata la “Casa”.

Forse è ancora necessario ricordare che quel maestro elementare era innanzitutto un Poeta e che è stato proprio il suo sentimento poetico ad influenzare, profondamente, i suoi studi, la sua curiosità e le sue azioni.

Con una laurea in Lettere Moderne (che, probabilmente per via di un carattere schivo, volle mantenere quasi segreta), fu un etno-antropologo, oggi riferimento per ogni studioso del settore, un musicologo ed anche un ex ricercatore per conto della RAI.

Inoltre, fu anche un politico, essendo passato anche lui tra questi banchi, ricoprendo, negli anni ’70, il ruolo di Consigliere Comunale, tra le fila del PCI, e rimanendo in carica fino alla morte nel 1979.

Il filologo e critico letterario Silvano Nigro definì la Casa Museo come “la più grande opera poetica composta da Antonino Uccello”.

Ed è proprio per la cura e la profondità di sentimenti che “il Professore” riversò in quest’opera, che la Casa Museo rappresenta oggi uno dei “tesori” del nostro territorio, meta di studiosi del settore ed appassionati di antropologia culturale, che vengono, di proposito, nella nostra cittadina, chiedendo di visitarlo. Destinazione, anche in passato, di alcuni visitatori illustri, come lo scrittore Leonardo Sciascia e il pittore Renato Guttuso.

Antonino Uccello, in vita, fu umiliato dalla politica contemporanea, forse anche per via della sua appartenenza, che gli negò anche il solo supporto logistico, per garantire l’apertura quotidiana della sua “Casa”, per poi, come capita spesso ai grandi, essere rivalutato solo dopo la sua morte.

Un edificio già storicamente sfortunato, a sentire le leggende che lo volevano infestato da fantasmi, che, all’epoca, ne resero relativamente semplice l’acquisto.

Una “Casa” a cui, negli anni, la stessa politica, soprattutto regionale, ha riservato molteplici mortificazioni, riducendola già a costola di un altro museo, a sito minore, indebolendone le finanze, rendendo già difficoltoso il mantenimento dell’illuminazione durante le ore di apertura e il pieno sfruttamento del sito.

Ai deputati che oggi, alla disperata ricerca di consenso elettorale, in vista di probabili ed imminenti elezioni, si ricordano, improvvisamente, di Antonino Uccello e della Casa Museo, per poi potersene dimenticare dopodomani, credo valga la pena, piuttosto, di chiedere uno sforzo ed un impegno deciso, per restituire alla “Casa” l’importanza e la dimensione che merita.

Ci sono problemi nella sua fruizione quotidiana, lo sappiamo; sono cose che abbiamo già denunciato da tempo ed in ogni occasione, spesso riconducibili a quel tipo di politica che mortifica la cultura, non rendendola accessibile ai cittadini, nei momenti e nelle forme in cui i cittadini potrebbero dedicarle il loro tempo libero.

Ma è ugualmente doloroso assistere ad una descrizione così superficiale di un luogo caro a tanti palazzolesi, come se si trattasse di un immobile in vendita (qui la cucina, qui i pupi, qui il frantoio...), proposto, tra l’altro, in modo tutt’altro che convincente.

Così come irrita profondamente sentire un giornalista, appartenente tra l’altro al quotidiano “omonimo” di quello fondato da Antonio Gramsci, suggerire la vendita dei “campanacci”, in qualità di oggetti vintage.

Il danno d’immagine per la nostra comunità è evidente, così come lo è per i nostri concittadini, nonostante ci sia chi è pronto a scommettere che, alla domanda “Chi era Antonino Uccello?”, siano arrivate anche risposte complete e dettagliate, poi censurate in fase di montaggio del servizio.

Quale lo scopo di un servizio del genere?

Se l’obiettivo era di fare un paragone con quanto fa il FAI, tra le aperture gratuite di luoghi chiusi e gli sprechi tipici del sud Italia e con i siti inutili che assorbono risorse importanti, non era certo questo il caso.

Se la finalità era denunciare le difficoltà che la gestione dei luoghi di interesse culturale riscontra in Italia e, in particolare, nel Meridione, non era certo questo il modo.

Suggerisco, pertanto, al Sindaco e all’Assessore alla Cultura del nostro Comune, di adoperarsi per invitare, specificando bene il nome del nostro paese, originato dal suo antico nome greco, l’autore del servizio, il sig. Antonio Condorelli, la conduttrice del programma, la signora Myrta Merlino ed anche il signor Fabrizio Rondolino de L’Unità, a visitare la nostra cittadina, in modo da potergli mostrare che il nostro non è un Patrimonio che merita di essere giudicato con così tanta faciloneria.

Sarebbe anche lecito pretendere che venisse concessa la possibilità, al Sindaco di Palazzolo, unitamente al responsabile della Casa Museo ed agli amici che all’epoca affiancarono Uccello, di intervenire nella stessa trasmissione, per ridare dignità ai tesori che questo luogo contiene e presentare in modo degno l’uomo Antonino Uccello.

La scarsa conoscenza della persona di Uccello, la “impreparazione” di alcuni cittadini può essere sicuramente attribuibile a carenze personali, che pure dovrebbero essere ovviate durante il percorso formativo di ogni palazzolese; ma, ovviamente, vista da Amministratore, non può passare inosservata.

Posso quindi provare a suggerire all’Amministrazione lo studio di nuove iniziative, di concerto con la Casa Museo stessa, con la disponibilità del nostro gruppo consiliare e di chiunque altro voglia dare un suo contributo, per celebrare e ricordare, nel miglior modo possibile, uno dei palazzolesi più illustri del secolo scorso, che il noto regista e sceneggiatore, Vittorio De Seta, consacrò nel documentario “Dedicato ad Antonino Uccello”.

Trattandosi di un episodio legato ad un uso scorretto e superficiale dei mezzi di informazione, credo sia giusto concludere citando un pensiero di un altro personaggio, considerato anch’egli Patrimonio del nostro paese, il giornalista Pippo Fava:

In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un'auto invece di un'altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacità di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. In questa società il padrone è colui il quale ha nelle mani i mass media, chi possiede o può utilizzare gli strumenti dell'informazione, la televisione, la radio, i giornali, poiché tu racconti una cosa e cinquantamila, cinquecentomila o cinque milioni di persone ti ascoltano, e alla fine tu avrai cominciato a modificare i pensieri di costoro, e così modificando i pensieri della gente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tu vai creando la pubblica opinione la quale rimugina, si commuove, s'incazza, si ribella, modifica se stessa e fatalmente modifica la società entro la quale vive. Nel meglio o nel peggio.

Palazzolo Acreide, 19 ottobre 2015
Fabio Fancello


venerdì 16 ottobre 2015

Nota su frigomacello del 14.10.15



Dal prossimo incontro sul frigomacello di c.da Poi tra il Commissario del Libero Consorzio e i Sindaci delle comunità interessate scaturiranno segnali certi sulla capacità politica, o meno, di definire finalmente i criteri di individuazione dei soggetti abilitati alla gestione di un’opera ormai completata.
Tantissime le polemiche che, sin dall’inizio, l’hanno accompagnata.
Tra queste, molte non si sono mai attenuate. L’allocazione in un sito non idoneo perché argilloso (causa della prima variante all’apertura del cantiere); l’aumento smisurato delle spese generali, fino a quattro volte superiori alle previsioni progettuali del 5%; varianti varie, ritenute necessarie dai progettisti, che, di fatto, hanno determinato il ridimensionamento delle risorse destinate al completamento funzionale della struttura (attrezzature, servizi vari, ecc.). Infine, un presunto conflitto di interessi, negato dall’Amministrazione di Palazzolo, ma individuato, oltre che dal gruppo di opposizione, anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Si auspica che l’incontro possa definire, materialmente, chi dovrà dettare i criteri per l’individuazione dei soggetti idonei alla gestione del mattatoio.
Considerati gli atti e le opere realizzate, appare certo che non si potrà prescindere dalla partecipazione del privato (cooperative agricole, possibilmente del territorio). Tale necessità è dovuta ad una variante, che ha rimediato all’impossibilità, accertata durante l’iter dei lavori, di dotare l’opera del depuratore originariamente in progetto, sostituendolo con un impianto di fosse settiche. Da essa i potenziali gestori/imprenditori agricoli dovrebbero poter trarre i reflui per irrorare i propri terreni, se muniti di idonea certificazione.
Si tratterebbe dunque di una gestione pubblico-privata, in quanto la parte pubblica, soprattutto in avvio, è necessaria per contribuire a superare le carenze di attrezzature e mezzi, nonché per una progettazione di competenza, idonea alla fruibilità di eventuali fondi comunitari.
Confermo, quindi, che la proposta, già avanzata in Consiglio, di una gestione affidata ad una cooperativa, con la supervisione o partecipazione, secondo la legge, dei Comuni dell’Unione, non ha alternative. È una scelta obbligata e condizionata da quanto definito dalle varianti al progetto.
L’alternativa, probabilmente assurda, sarebbe quella di restituire all’opera il depuratore inizialmente progettato e finanziato (con ulteriori centinaia di migliaia di euro).
Il gruppo, di cui faccio parte, segue da tempo l’iter dei lavori di quest’opera costosissima. Ad altri il compito di valutare a consuntivo il progetto portato a termine.
Sicuramente sarebbe una beffa per il territorio se il frigomacello non dovesse diventare operativo, per incapacità nel trovare una soluzione adeguata per la gestione e per il superamento delle difficoltà iniziali. Per il bene del territorio l’opera va completata e resa operativa.
Fabio Fancello
Consigliere Comunale
Gruppo “Cittadini attivi per Palazzolo”