sabato 29 novembre 2014

Dichiarazione su Consulta dei Giovani (Consiglio Comunale del 28 novembre 2014)

Vorrei ringraziare ed elogiare i componenti della I Commissione e l’Assessore al ramo.
Si può dire che le discussioni sullo Statuto, all’interno delle varie sedute di Commissione sul regolamento, siano state discussioni “vere”, nel senso che pur partendo da posizioni quasi antitetiche, attraverso il dialogo, l’approfondimento del singolo punto, si è riusciti a raggiungere un risultato che ha convinto tutti, pienamente.
L’organo che ci si appresta ad approvare, in sostituzione di quello precedente, riporta alcune novità.
Viene consentita la partecipazione ai giovani non residenti che hanno i propri interessi nella nostra comunità e a coloro che, pur non rientrando nella fascia d’età stabilita (16-30 anni), vogliono dare un contributo, pur senza avere diritto di voto. Entrambe erano prassi implicite, nel recente passato, oggi sono addirittura previste ufficialmente.
Inoltre è cambiato il meccanismo di elezione degli organi di Presidenza, con l’elezione di cinque componenti che, in un secondo momento, andranno ad eleggere collegialmente i vari ruoli.
La Consulta è già stata un’esperienza formativa per diversi giovani, alcuni dei quali hanno partecipato alle ultime competizioni amministrative, altri che addirittura siedono in questo Consiglio, come il Consigliere Russo e il sottoscritto.
È un organo che consente sì l’avvicinamento al mondo della politica, ma che aiuta anche a comprendere meglio il funzionamento della macchina Amministrativa, come la nascita delle Delibere, i procedimenti di finanziamento e le liquidazioni.
Lo spirito con cui abbiamo lavorato sullo Statuto è stato quello di far sì che la si potesse trasformare in uno strumento utile, non solo per coinvolgere le varie organizzazioni a partecipare ai progetti, ma anche per farle diventare gli attori della Consulta stessa.
Ogni organizzazione del territorio avrà la possibilità di proporre un giovane a rappresentarla e su cui l’organizzazione stessa spenderà il proprio nome. Vorremmo che l’organo divenisse lo strumento con cui le organizzazioni possano realizzare i propri progetti, a finalità giovanile, difficilmente realizzabili in altro modo.
La Consulta dovrà essere anche formativa per i giovani partecipanti, renderli consapevoli della realtà che li circonda e dei suoi problemi, consentendogli anche quella maturazione che li trasformi in una nuova classe dirigente che, magari, potremo anche ritrovare in questo Consiglio, prima o poi.

Per questo chiedo all’Amministrazione e all’intero Consiglio, che sin da domani ci si adoperi per promuoverla nel miglior modo possibile, partecipando ad Assemblee di Istituto nelle scuole, invitando le Associazioni locali, approfittando anche del registro appena approvato, coinvolgendo le parrocchie, realtà storicamente protagoniste nella nostra comunità.

Tutela del territorio dell’Unione dei Comuni - Consiglio dell'Unione dei Comuni "Valle degli Iblei" del 27 novembre 2014

Al Presidente dell’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”
Alla Giunta dell’Unione
Al Presidente del Consiglio dell’Unione
Oggetto: tutela del territorio dell’Unione dei Comuni
Nelle sedute del Consiglio dell’Unione, tra le ragioni portanti, si è spesso registrato un preciso orientamento, finalizzato alla condivisione dei vari servizi e all’ottimizzazione della spesa pubblica. Orientamento che si comprende e si condivide, in quanto ragione, appunto, dello stare assieme.
Allo stesso modo si auspica che la condivisione possa riguardare anche altri servizi e settori, come, ad esempio, la tutela del territorio e dell’ambiente.
Proprio in tal senso, già nel recente passato l’Unione si è investita dell’impegno di favorire la realizzazione di un piano, condiviso, per il riassetto delle emissioni elettromagnetiche.
Altro impegno utile, di analoghe finalità, non può che essere quello della prevenzione e della lotta all’abusivismo edilizio.
Si chiede, quindi, nell’interesse dell’Unione stessa e dei suoi cittadini, la formulazione di provvedimenti atti ad una difesa del territorio, intendendolo quale patrimonio comune.
A tal proposito, occorre fare alcune premesse e considerazioni.
Il 21 gennaio 2014, con Delibera di Giunta Municipale n. 5, il Comune di Canicattini Bagni ha concretizzato la “Istituzione unità di progetto finalizzata all’emissione dei provvedimenti repressivi e sanzionatori in materia di abusivismo edilizio”.
Non si tratta di un’invenzione del Sindaco o della Giunta, ma di un riscontro alle necessità che la Regione ha rivolto alle Amministrazioni, al fine di vagliare misure oculate sulle attività di sorveglianza in materia di abusivismo edilizio e a prevenzione degli effetti devastanti che esso comporta per il territorio.
Si ritiene l’esempio canicattinese come adattabile ed estendibile a tutto il territorio dell’Unione, attraverso la gestione del territorio comune attraverso la sua tutela, assecondando anche gli indirizzi regionali.
Va ricordato che la stessa proposta, in forma dettagliata e sotto forma di atto di indirizzo per la Giunta Municipale, è stata presentata dal Gruppo Consiliare di appartenenza del sottoscritto al Consiglio Comunale di Palazzolo Acreide, intendendo finalità analoghe e motivata dal “sentore” di possibili inefficienze, segnalate al Gruppo stesso e tutt’ora da verificare, con l’invito a cambiare e migliorare le modalità con cui si effettuano le azioni di prevenzione e repressione degli abusi.
Al Segretario Generale di Palazzolo, ricoprente analogo ruolo proprio a Canicattini Bagni, è stato chiesto, al fine di facilitare il lavoro e di accelerare i tempi di realizzazione, di esaminare quanto realizzato dalla Giunta canicattinese, cogliendone motivazioni, non dovute a contingenze ma da volontà di azione preventiva e di controllo, e valutandone l’adattabilità al territorio palazzolese.
Lo stesso Segretario, durante la seduta Consiliare del 16 ottobre scorso, pur riportando gli indirizzi regionali, ha lapidariamente concluso intendendo l’adozione dell’atto come “un sovrapporsi di atti essendo ben individuati i soggetti responsabili che hanno l’obbligo di porre in essere tutti i provvedimenti repressivi”. Il Gruppo Consiliare di maggioranza, su indicazione del Sindaco che ha, di fatto, condiviso l’analisi del Segretario Generale, ha respinto la proposta.
Colpisce, tra l’altro, la posizione del Sindaco. Pur consapevole che l’attribuzione di responsabilità ai soli Dirigenti di Polizia Municipale e Ufficio Tecnico, il cui dialogo reciproco, come già dimostrato, è spesso carente o inesistente, è da ritenersi insufficiente, ha di fatto ignorato una proposta che richiamava la volontà regionale e che rispondeva anche a delle necessità del territorio.
In questa sede, oggi sede del Consiglio dell’Unione, si rinnova, indirettamente, l’invito al Sindaco di Palazzolo a riconsiderare la propria decisione.
Inoltre, intendendo l’Unione come soggetto orientato a solidarizzare le varie realtà territoriali che la compongono, si rivolge, agli organi dell’Unione, in particolare alla Giunta, l’invito a far propria la proposta di istituzione di una unità di progetto comune per il contrasto e la repressione dell’abusivismo edilizio, studiando e realizzando misure uniformi e condivise su un tema di tale gravità, magari attraverso l’utilizzo di risorse umane comuni.
L’auspicio è che la volontà unitaria che caratterizza quest’organo possa essere rivolta anche verso misure che tendano alla difesa delle municipalità che lo compongono, nel rispetto dei territori, dell’ambiente e degli stessi cittadini.
Palazzolo Acreide, 27 novembre 2014
Fabio Fancello
Consigliere dell’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”

venerdì 7 novembre 2014

Dichiarazione di voto sull'o.d.g. per richiesta istituzione Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso di Emanuele Scieri

All’ordine del giorno la richiesta di una commissione d’inchiesta per una vicenda risalente a 15 anni fa.
La vicenda di un ragazzo che aveva l’ambizione di fare l’avvocato e che si trovava a svolgere il servizio di leva obbligatorio, che all’epoca era inteso come ulteriore attività formativa.
Poi è avvenuta la tragedia, si dice per ragioni riconducibili ad atti di nonnismo, accompagnata da tanta omertà.
Questa vicenda, come, con le dovute differenze, quella del caso Cucchi, purtroppo lascia intendere che lo Stato non sempre è capace o non sempre vuole ricercare e scoprire la verità.
L’esistenza di comitati e di gruppi Facebook che chiedono verità e giustizia, che lanciano iniziative come questo odg e quelle del mail bombing ai deputati, dimostrano che, dopo 15 anni, il dolore è ancora forte e che la rabbia brucia ancora.
Ed è per questo che il nostro voto non può che essere favorevole.
Tra l’altro, l’istituzione della commissione d’inchiesta potrebbe essere un segnale, in grado di contribuire a far acquisire ai cittadini una rinnovata fiducia nello Stato e nelle istituzioni, anche alla luce delle recenti vicende verificatesi a Roma, con le cariche agli operai dell’AST di Terni da parte delle forze dell’ordine, semplici esecutrici, a loro volta, di ordini venuti dall'alto e che si sono rivelati evidentemente sbagliati.

Risposta all'interrogazione sulla nota prot. n. 5098 del 14.05.2011 del IV Settore LL. PP.


Risposta all'interrogazione sul quesito art. 32 Statuto Comunale (Riscontro a Consiglio Comunale del 29 settembre 2014)


Risposta all'interrogazione "rilascio copia verbale sopralluogo cantiere edile per frigo macello" (Riscontro a Consiglio Comunale del 29 settembre 2014)


giovedì 6 novembre 2014

C’è un Ministro, che si fa trovare spesso impreparato, che ha raccontato al Parlamento cose “diversamente vere”, venendo ampiamente smentito dai fatti.
Ce n’è poi un altro che non è stato in grado nemmeno di garantire il regolare svolgimento di un concorso universitario.
Ma non vanno via, né li cacciano. Loro devono rimanere lì, perché altrimenti casca giù un Governo di incapaci.
Un Governo, che doveva essere di transizione e che si regge su un Parlamento di nominati già delegittimati dalla Costituzione, che invece va così veloce da puntare a durare all'infinito, riscrivendosi le regole del gioco a proprio piacimento.
È lo stesso che vuole trasformare una splendida isola del Mediterraneo, le cui potenzialità in campo agricolo, ambientale, turistico e dei beni culturali sono immense, ma tuttora inespresse, in un pozzo per trivellatori da tutto il mondo.
Che pensa bene di rispolverare opere inutili, come il fantascientifico ponte sullo stretto, supportato da reti autostradali e ferroviarie degne, che non esistono e che nessuno ha intenzione di realizzare mai, con dall'altra parte una criminalità organizzata che, probabilmente, già si lecca i baffi pensando a quanto potrà lucrarci su.
Che non ha, d’altro canto, mai messo lo stesso impegno nell'impedire che quest’isola divenisse una servitù militare americana, con tanto di basi, radar e immunità particolari, a discapito della salute e dei rischi, anche di sicurezza, per i suoi abitanti. Lo straniero padrone a casa d’altri.
Però ci si indigna per i rifugiati politici, che hanno la colpa di essere considerati dalla burocrazia come un peso per la collettività, anziché una risorsa, perché si è incapaci di accogliere e guardare lontano.
E se, invece, questa indignazione e questo risentimento verso gli ultimi, li si iniziasse a provare per tutte le altre cose?