Oggetto: dichiarazione di
voto su proposta di regolamento per le riprese audiovisive
È
con rammarico e delusione che
stasera ci troviamo ad affrontare un
argomento delicato, a cui il gruppo
“Cittadini attivi per Palazzolo” ha,
più volte, dimostrato di tenere particolarmente, ovvero quello della
regolamentazione del servizio per le riprese audiovisive.
Ne discutiamo con rammarico perché, come già affermato in Prima
Commissione, l’auspicio era quello di poter
avere la possibilità di affrontare
questo tema in modo più sereno e ragionato, con la tempistica necessaria ad una valutazione approfondita.
Una
valutazione non certo semplificata dal mancato
coinvolgimento, all’interno della seduta di Commissione, di un funzionario comunale competente a
dirimere eventuali dubbi normativi,
nonostante il gruppo ne avesse fatto esplicita richiesta.
Durante
la seduta sono state evidenziate varie
carenze, quasi tutte giustificate
grazie al rimando, per le disposizioni mancanti, al “Codice in materia di
protezione dei dati personali”.
Eppure
è stato fatto notare che per evitare interpretazioni occasionali e personali,
per un qualsiasi regolamento, è sempre preferibile che ci siano disposizioni
chiare e non equivocabili. Meglio una disposizione
menzionata più volte che una sottintesa!
Ne discutiamo,
come già detto, anche con delusione.
Una delusione scaturita dall’ennesima prova
di forza esercitata da chi gestisce
questo Consiglio.
Il regolamento è stato
proposto alla Commissione quando era già nota la data della sua trattazione nel
Consiglio odierno, paventando l’impossibilità di rinvii e
proroghe, liquidando, di fatto, l’argomento, su cui si è discusso e
litigato anche troppo nell’ultimo anno e mezzo, in appena un paio di giorni.
La delusione si tramuta in
sdegno quando si riflette sul modo in cui viene,
ancora una volta, mortificato il ruolo
delle Commissioni Consiliari.
Si
tratta di un organo regolamentare, chiamato ad esprimere pareri, pur non
vincolanti, ma sicuramente indicativi, sugli argomenti da proporre alla
trattazione negli ordini del giorno dei Consigli Comunali, in modo da rendere più
agevole e, ove possibile condivisa, la discussione in aula.
Invece,
per chi gestisce questo Consiglio
Comunale, spesso in modo tutt’altro che imparziale, le Commissioni sembrano essere quasi un passaggio ininfluente e forse
inutile, al punto da portare a chiedersi come mai non ne viene proposta
addirittura la loro soppressione.
Le
Commissioni hanno dei costi per la collettività, se le si ritiene inutili,
allora tanto vale fare un dono ai cittadini e risparmiare sui gettoni di
presenza e le spese accessorie che esse comportano.
Commissioni
che ad oggi, vale la pena ricordarlo, sono presiedute, per palese scelta
politica, da esponenti della maggioranza, a dimostrazione del fatto che le aperture che questa Amministrazione
professa sin dal suo insediamento, sono sempre e solo state di facciata.
Riguardo
al Regolamento in oggetto, si
riscontrano molta confusione e parecchie lacune su vari punti.
Ad
esempio, non risultano ben definiti le
modalità e responsabilità per il trattamento dei dati e la localizzazione
prevista, anche per ragioni fiscali, per gli enti terzi chiamati ad offrire il
servizio all’esterno. Non si citano
le opzioni per eventuali trattamenti economici e si riscontra l’assenza di
requisiti minimi, anche di professionalità ed esperienza, per eventuali
soggetti esterni.
Tutte qualità fondamentali
per garantire una certa qualità ed equità del servizio e a rispettare, quindi,
le premesse del Regolamento stesso.
Allo
stesso modo, non si tiene conto
dell’importanza di una registrazione del Consiglio nella sua totalità,
preventivandone anche una parziale, che può essere, di fatto, soggetta a
reinterpretazioni da chi la visiona separatamente dal resto. Così come non si disciplinano in modo
chiaro le modalità di diffusione dell’elaborato.
Manca del tutto un
riferimento alla proprietà delle immagini elaborate.
Esse dovrebbero, di norma, costituire un patrimonio di questo Comune, in quanto
divenire parte di un archivio storico degli atti comunali, così come lo sono
già oggi i verbali delle sedute consiliari, a disposizione di eventuali
verifiche, per attività amministrativa, ispettiva e anche giudiziaria.
Infine,
sembra che la possibilità di
trasmissione presso il Sito istituzionale e la gestione interna da parte del
Comune del suddetto servizio, siano da considerarsi come eventualità di secondo
piano. Sono previste sì, ma non in modo prioritario o privilegiato.
Eppure si riscontrano, in altri Comuni sicuramente più lungimiranti,
casi di investimenti in impianti di videoregistrazione, che consentano
l’utilizzo della Sala Consiliare non solo per le riprese di ogni Consiglio, ma
anche per il suo stesso sfruttamento per eventi di altra natura. È poi lo stesso Comune a concedere l’uso
delle immagini agli organi di stampa televisiva per necessità di cronaca.
Forse non si può pretendere
che questa Amministrazione sia lungimirante, ma almeno ragionevole.
Pertanto si rinnova la
richiesta già avanzata in Prima Commissione, ovvero di rinviare
l’approvazione del Regolamento.
Al
fine di evitare l’eventuale l’approvazione di norme non conformi alle
disposizioni di legge o di regolamentazioni incomplete e carenti, il Gruppo ha già chiesto parere urgente,
sul presente Regolamento, all’Ordine dei Giornalisti Sicilia e all’Assostampa
Sicilia ed è tuttora in attesa di riscontro.
La richiesta è quella di
attendere, per l’approvazione del Regolamento, il pervenire degli esiti attesi, invitando il Segretario Comunale, nel
frattempo, a richiedere analogo parere
all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
Il Regolamento attuale dà
l’impressione di essere stato realizzato ad hoc,
per giustificare quella che in questo Comune è stata sinora una prassi, capace
di suscitare il sospetto di non troppo velate logiche clientelari e di
parzialità dei servizi proposti.
Le ambiguità riguardo all’attribuzione
delle responsabilità per il trattamento dei dati e la mancata garanzia, per gli interessati a cui gli stessi dati si
riferiscono, della possibilità di rivalersi per ogni singolo, eventuale, caso
di abusi, soprattutto verso enti
terzi affidatari del servizio, cui non viene richiesto alcun requisito
professionale, né tantomeno alcun vincolo giurisdizionale al territorio
italiano, portano alla naturale
conseguenza di considerare ogni responsabilità a carico di chi è chiamato a
mantenere l’ordine e il decoro, in modo imparziale, del Consiglio Comunale,
ovvero al Presidente del Consiglio e
a chi dovesse consentire l’approvazione del Regolamento stesso.
Palazzolo Acreide, 16
ottobre 2014
I
Consiglieri