giovedì 30 luglio 2015

Delibera G.M. n. 94 – I Musei di Palazzolo Acreide (C. C. del 30 luglio 2015)

Al Sindaco
del Comune di
Palazzolo Acreide
Oggetto: delibera G.M. n. 94 – I Musei di Palazzolo Acreide
In riferimento alla delibera n. 94, approvata dalla Giunta Municipale il 23 luglio 2015, si vuole esprimere apprezzamento per la volontà amministrativa di impegnarsi (finalmente!) in attività di seria ed organica promozione dell’imponente patrimonio culturale della nostra comunità.
Ed è importante che lo si faccia ricercando i finanziamenti adeguati, date le note difficoltà di liquidità dell’ente che, sappiamo, possono notevolmente limitare lo spazio di manovra per attività di questo tipo, ma che non devono diventare la scusante di un’inattività perpetua.
Si auspica, come già denunciato in passato, che tale promozione possa essere accompagnata da appropriato materiale pubblicitario e promozionale, da offrire a chi si trova in visita presso la nostra comunità e a coloro che hanno intenzione di visitarla nell’immediato futuro.
Il desiderio è che l’epoca delle fotocopie sbiadite possa finalmente cessare e che le repliche delle repliche (di pessima qualità quanto alla presentazione) di pubblicazioni, comunque già datate, possano progressivamente sparire del tutto.
È una questione d’immagine per la città stessa e, sappiamo bene, quanto conti, nelle attività di promozione e di accoglienza, la presentazione del prodotto offerto, che deve essere quanto più impeccabile possibile.
Nella stessa delibera, purtroppo, si riscontra la grave assenza di un sito di notevole importanza a livello nazionale ed internazionale, che questa Amministrazione continua da tempo ad ignorare, non riportandolo, spesso, neanche nella segnaletica e nelle mappe dei luoghi di interesse del territorio.
Si tratta del Museo dell’Informatica Funzionante, la cui esistenza è stata già ricordata diverse altre volte agli amministratori.
Eppure si tratta di una realtà che, da tempo, tenta di trasmettere un’idea innovativa di Museo, che raccoglie pezzi storici del mondo informatico (anche di un certo valore…) e che vuole consentire ai visitatori, provenienti da tutto il mondo, anche la possibilità di verificare “con mano” (hands-on) il loro effettivo funzionamento.
Si tratta di un luogo che è stato già, più volte, portato alla ribalta internazionale da media specializzati e da televisioni nazionali ed internazionali, organizzatore di corsi di formazione, workshop e convegni su sicurezza informatica, programmazione, storia dell’informatica, libertà di informazione ed altro ancora.
Con già alle spalle svariate esperienze di collaborazione con scuole ed università italiane ed esperienze di progettazione in paesi come India, Palestina, Germania, Olanda, Rwanda ed Indonesia, ha ottenuto l’inserimento nell’elenco delle attività culturali riconosciute dall’UNESCO.
La stessa organizzazione mondiale del cui riconoscimento si vanta sempre (e giustamente!) la nostra comunità.
-     Considerata la sua quasi unicità al mondo ed il patrimonio di conoscenza che esso racchiude;
-     ritenendo che, pur con un’ovvia caratterizzazione differente dagli altri, il sito possa essere perfettamente inseribile tra i luoghi di interesse che andrebbero a costituire il polo museale palazzolese;
-     preso atto del rischio concreto che una realtà di livello mondiale, già contesaci da altre cittadine e poli universitari, possa abbandonare questo territorio, in cerca di localizzazioni più favorevoli e realtà amministrative più interessate (che già ci sono!);
-     vagliata l’importanza del ruolo che il Museo potrebbe svolgere, anche all’interno di una rete museale complessa, quale strumento di collegamento tra tutte le realtà, attraverso l’uso dei nuovi media;
si chiede alla S. V.:
-     di effettuare, quanto prima e ove possibile, un’integrazione al progetto approvato dalla Giunta Municipale, che possa essere inclusivo di questa ulteriore realtà, da cui, si ricorda, l’intera iniziativa potrebbe trarre giovamento;
-     di dotare il Museo dell’Informatica Funzionante di adeguata segnaletica urbana e di segnalarlo, con tutti i mezzi già in uso, all’interno dell’offerta culturale del Comune di Palazzolo.
P.S.: la presente, proposta tramite l’attività ispettiva, conferma la volontà di suggerire all’Amministrazione proposte concrete per il paese, ragionando su problemi di interesse generale. Ogni nostra eventuale critica, è da considerare, esclusivamente, come invito a ripercorrere le soluzioni più idonee, come nel caso esaminato.
Palazzolo Acreide, 30 luglio 2015
Il Consigliere Comunale

lunedì 6 luglio 2015

FB #6.7.15

Al di là del risultato, la Grecia insegna che, per quanto disprezzo ci possa essere per la politica, per quante responsabilità le si possano attribuire per aver demolito un paese, quando si è chiamati ad esprimere la propria volontà, bisogna farlo, altrimenti a decidere saranno i soliti Merkel e Juncker della situazione. Da noi manca poco che l’astensionismo venga considerato alla stregua di un risultato acquisito di un programma elettorale.
Non si è votato sull’uscita dall’Euro né dall’Europa, ma sull’accettazione del piano economico imposto (dalla Germania all’Europa e quindi) dai creditori internazionali alla Grecia. Chi ne vuole fare una scusa per riportare la questione “no euro” qui, probabilmente, sa di star mentendo. Probabilmente, perché è possibile anche che, a furia di improvvisazioni e vorticosi cambi di linea, cominci anche a credere a se stesso.
C'è stato un governo che ha messo in discussione il proprio mandato elettorale, pur a poco tempo dal suo insediamento, rimandandolo all'esito di un referendum da cui ha ottenuto una rinnovata fiducia dal proprio popolo. Da noi fanno fede i voti presi alle europee e le elezioni di condominio.
C'è un ministro che, nonostante un consenso schiacciante approvi la condotta del suo mandato, decide di lasciare "la poltrona", perché sa di essere scomodo e poco gradito ai suoi interlocutori. Noi ci teniamo ministri di certificata incapacità perché altrimenti poi ci salta direttamente il governo.
C'è un capo dell'opposizione greca che si dimette per aver perso un referendum. Certo non le primarie di quartiere, ma nemmeno un'elezione politica, regionale o amministrativa.
C’è una tale corsa al carro del vincitore che chi sale manco sa dove sta andando ma, soprattutto, ha dimenticato dove è salito.
Per un paio di settimane si riprenderà a parlare di una Syriza italiana, come prima si parlava di una Podemos italiana, dimenticando che i tratti caratterizzanti di entrambe sono una forte caratterizzazione ideologica, che rende inequivocabili le posizioni su ogni argomento, e un’ampia partecipazione della base, preferito al conciliabolo ristretto di gruppi dirigenti che decidono di mettersi assieme o che “concedono” alla base di esprimersi su decisioni già prese. A copiare non siamo mai stati bravi, ma almeno iniziamo dai fondamentali.
Con la linea del piede in due scarpe e le metafore calcistiche, il governo italiano, anche stavolta, ha fatto la solita magra figura, quella del “terzista” che non vuol dispiacere nessuno e cerca di fare l’imparziale, del “sono con voi, con il cuore, ma…”, ed è pronto a scegliere il più forte quando tutto è finito perché “alla fine lo sapevo che avreste vinto voi”.
Ah, è molto probabile che vogliano anche rispettare l'esito del referendum.
Loro, in Grecia, fanno così.