venerdì 17 ottobre 2014

Dichiarazione di voto su proposta di regolamento per le riprese audiovisive (16 ottobre 2014)

Oggetto: dichiarazione di voto su proposta di regolamento per le riprese audiovisive
È con rammarico e delusione che stasera ci troviamo ad affrontare un argomento delicato, a cui il gruppo “Cittadini attivi per Palazzolo” ha, più volte, dimostrato di tenere particolarmente, ovvero quello della regolamentazione del servizio per le riprese audiovisive.
Ne discutiamo con rammarico perché, come già affermato in Prima Commissione, l’auspicio era quello di poter avere la possibilità di affrontare questo tema in modo più sereno e ragionato, con la tempistica necessaria ad una valutazione approfondita.
Una valutazione non certo semplificata dal mancato coinvolgimento, all’interno della seduta di Commissione, di un funzionario comunale competente a dirimere eventuali dubbi normativi, nonostante il gruppo ne avesse fatto esplicita richiesta.
Durante la seduta sono state evidenziate varie carenze, quasi tutte giustificate grazie al rimando, per le disposizioni mancanti, al “Codice in materia di protezione dei dati personali.
Eppure è stato fatto notare che per evitare interpretazioni occasionali e personali, per un qualsiasi regolamento, è sempre preferibile che ci siano disposizioni chiare e non equivocabili. Meglio una disposizione menzionata più volte che una sottintesa!
Ne discutiamo, come già detto, anche con delusione. Una delusione scaturita dall’ennesima prova di forza esercitata da chi gestisce questo Consiglio.
Il regolamento è stato proposto alla Commissione quando era già nota la data della sua trattazione nel Consiglio odierno, paventando l’impossibilità di rinvii e proroghe, liquidando, di fatto, l’argomento, su cui si è discusso e litigato anche troppo nell’ultimo anno e mezzo, in appena un paio di giorni.
La delusione si tramuta in sdegno quando si riflette sul modo in cui viene, ancora una volta, mortificato il ruolo delle Commissioni Consiliari.
Si tratta di un organo regolamentare, chiamato ad esprimere pareri, pur non vincolanti, ma sicuramente indicativi, sugli argomenti da proporre alla trattazione negli ordini del giorno dei Consigli Comunali, in modo da rendere più agevole e, ove possibile condivisa, la discussione in aula.
Invece, per chi gestisce questo Consiglio Comunale, spesso in modo tutt’altro che imparziale, le Commissioni sembrano essere quasi un passaggio ininfluente e forse inutile, al punto da portare a chiedersi come mai non ne viene proposta addirittura la loro soppressione.
Le Commissioni hanno dei costi per la collettività, se le si ritiene inutili, allora tanto vale fare un dono ai cittadini e risparmiare sui gettoni di presenza e le spese accessorie che esse comportano.
Commissioni che ad oggi, vale la pena ricordarlo, sono presiedute, per palese scelta politica, da esponenti della maggioranza, a dimostrazione del fatto che le aperture che questa Amministrazione professa sin dal suo insediamento, sono sempre e solo state di facciata.
Riguardo al Regolamento in oggetto, si riscontrano molta confusione e parecchie lacune su vari punti.
Ad esempio, non risultano ben definiti le modalità e responsabilità per il trattamento dei dati e la localizzazione prevista, anche per ragioni fiscali, per gli enti terzi chiamati ad offrire il servizio all’esterno. Non si citano le opzioni per eventuali trattamenti economici e si riscontra l’assenza di requisiti minimi, anche di professionalità ed esperienza, per eventuali soggetti esterni.
Tutte qualità fondamentali per garantire una certa qualità ed equità del servizio e a rispettare, quindi, le premesse del Regolamento stesso.
Allo stesso modo, non si tiene conto dell’importanza di una registrazione del Consiglio nella sua totalità, preventivandone anche una parziale, che può essere, di fatto, soggetta a reinterpretazioni da chi la visiona separatamente dal resto. Così come non si disciplinano in modo chiaro le modalità di diffusione dell’elaborato.
Manca del tutto un riferimento alla proprietà delle immagini elaborate. Esse dovrebbero, di norma, costituire un patrimonio di questo Comune, in quanto divenire parte di un archivio storico degli atti comunali, così come lo sono già oggi i verbali delle sedute consiliari, a disposizione di eventuali verifiche, per attività amministrativa, ispettiva e anche giudiziaria.
Infine, sembra che la possibilità di trasmissione presso il Sito istituzionale e la gestione interna da parte del Comune del suddetto servizio, siano da considerarsi come eventualità di secondo piano. Sono previste sì, ma non in modo prioritario o privilegiato.
Eppure si riscontrano, in altri Comuni sicuramente più lungimiranti, casi di investimenti in impianti di videoregistrazione, che consentano l’utilizzo della Sala Consiliare non solo per le riprese di ogni Consiglio, ma anche per il suo stesso sfruttamento per eventi di altra natura. È poi lo stesso Comune a concedere l’uso delle immagini agli organi di stampa televisiva per necessità di cronaca.
Forse non si può pretendere che questa Amministrazione sia lungimirante, ma almeno ragionevole.
Pertanto si rinnova la richiesta già avanzata in Prima Commissione, ovvero di rinviare l’approvazione del Regolamento.
Al fine di evitare l’eventuale l’approvazione di norme non conformi alle disposizioni di legge o di regolamentazioni incomplete e carenti, il Gruppo ha già chiesto parere urgente, sul presente Regolamento, all’Ordine dei Giornalisti Sicilia e all’Assostampa Sicilia ed è tuttora in attesa di riscontro.
La richiesta è quella di attendere, per l’approvazione del Regolamento, il pervenire degli esiti attesi, invitando il Segretario Comunale, nel frattempo, a richiedere analogo parere all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
Il Regolamento attuale dà l’impressione di essere stato realizzato ad hoc, per giustificare quella che in questo Comune è stata sinora una prassi, capace di suscitare il sospetto di non troppo velate logiche clientelari e di parzialità dei servizi proposti.
Le ambiguità riguardo all’attribuzione delle responsabilità per il trattamento dei dati e la mancata garanzia, per gli interessati a cui gli stessi dati si riferiscono, della possibilità di rivalersi per ogni singolo, eventuale, caso di abusi, soprattutto verso enti terzi affidatari del servizio, cui non viene richiesto alcun requisito professionale, né tantomeno alcun vincolo giurisdizionale al territorio italiano, portano alla naturale conseguenza di considerare ogni responsabilità a carico di chi è chiamato a mantenere l’ordine e il decoro, in modo imparziale, del Consiglio Comunale, ovvero al Presidente del Consiglio e a chi dovesse consentire l’approvazione del Regolamento stesso.
Palazzolo Acreide, 16 ottobre 2014

I Consiglieri

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