domenica 28 giugno 2015

Interrogazione – prevenzione desertificazione area Pineta (C. C. 26 giugno 2015)

Al Sindaco
del Comune di
Palazzolo Acreide
Oggetto: interrogazione – prevenzione desertificazione area Pineta
L’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente con decreto 8 gennaio 2013 ha pubblicato la graduatoria di cui al II avviso pubblico diretto alla linea di intervento 2.3.1.B.(b) (già Linea 2.3.1.4) del Programma Operativo FESR Sicilia 2007/13, relativa a progetti per “Lavori di prevenzione dei fenomeni di desertificazione”.
Palazzolo risulta ammesso nella graduatoria pubblicata in G.U.R.S. del 22 marzo 2013, con progetto finanziato da, vi si legge, 380.000 euro, diventati 270.000 a leggere altre fonti, probabilmente per ribasso.
Un progetto che interessa l’area di c.da Pineta, ritenuta dai tecnici a rischio. Palazzolo, invero, risulta inserito nella “Carta della sensibilità alla desertificazione della Regione siciliana”.
A un profano il problema può destare meraviglia e incredulità. Non si immagina un Comune montano a rischio desertificazione, Palazzolo, come altri, ovviamente.
Tuttavia, leggendo le carte e approfondendo il tema si apprende che:
Punto 1 - “gli interventi sono finalizzati a intraprendere azioni e misure di contrasto che tendono a mitigare i fenomeni che colpiscono quest’area. La desertificazione consiste nella progressiva perdita di fertilità e capacità produttiva dei suoli, che nel tempo provocano conseguenze negative anche in agricoltura e negli allevamenti, con una riduzione delle biodiversità e della produttività biologica, nel caso specifico per l’erosione del terreno vegetale che tende a scivolare a valle con progressivo affioramento della roccia sottostante. Lo scivolamento del terreno e del pietrisco crea problemi di instabilità con conseguente scarsa sicurezza per chi si trova a transitare nella zona sottostante la strada provinciale 90 Palazzolo- Castelluccio”.
Punto 2 - “Si punterà - si legge - a ripristinare i muri a secco della zona, avviare un processo di piantumazione di essenze arboree, adottare tecniche che prevedano la diffusione di assetti idraulico-agrari e di lavorazione dei terreni a basso impatto erosivo; realizzare una recinzione con rete e paletti di castagno per evitare il pascolo abusivo, contenere lo scivolamento del terreno con tecniche di ingegneria ambientale (come l’uso di fascine di legno); realizzazione di una fascia sempre verde con fichi d’india con la doppia funzione di contenimento del terreno e di fascia parafuoco”.
Nonostante le buone intenzioni e i dotti chiarimenti, il progetto generale utilizzato in Sicilia sembra una delle tante invenzioni siciliane per utilizzare fondi europei, magari impiegandoli per altre necessità, come la messa in sicurezza di costoni e terreni scoscesi che mettono a rischio il transito viario o la percorribilità delle aree interessate.
Il dubbio resta. Come restano dubbi sul perché proprio l’area in c. da Pineta.
Perché è anche una zona di grande interesse archeologico e naturalistico, dice il Sindaco, quindi sono utili i lavori che la mettono a riparo di desertificazione.
Poco importa se negli anni c. da Pineta ha subito una cementificazione rilevante, alla faccia dell’interesse naturalistico ed archeologico!
Onde chiarire ogni dubbio sulle finalità raggiunte con l’intervento, ad eccezione della riconosciuta finalità di messa in sicurezza dell’area, confidando, ovviamente, in lavori eseguiti a regola d’arte, temendo, anzi, che questo non sia avvenuto,
si chiede alla S. V.:
di conoscere, riferendoci alle finalità del punto 1:
·         quali i dati relativi alla progressiva perdita di fertilità e capacità produttiva del suolo area Pineta;
·         quali le conseguenze riscontrate in campo agricolo e degli allevamenti;
·         premesso che l’intervento, se è stato completato a regola d’arte, potrà mettere in sicurezza il costone, quale il grado di erosione del terreno vegetale dell’area trattata e quale gli effetti di riduzione delle biodiversità e della produttività biologica ha determinato;
di conoscere, riferendoci alle finalità del punto 2:
·         se in corso d’opera sono state disposte “varianti” (nel  senso di modifiche) sui lavori previsti per i muri a secco, la piantumazione di essenze arboree , fasce sempre verdi e quanto altro in progetto;
·         se la recinzione con rete ha interessato l’intero perimetro previsto in progetto o è aggiuntiva a quella posta con precedente progetto;
·         se la fascia sempre verde realizzata con fichi d’india, con funzione di contenimento e di parafuoco, è stata impiantata in tempi favorevoli per uno sviluppo naturale e positivo;
·         se i lavori effettuati di impianto di nuova vegetazione, di riassetto dei terreni, di impianto della rete, dei sostegni e delle fascine in legno e di quanto analiticamente in progetto, hanno determinato controlli in itinere e quale lo stato attuale;
·         se, cioè, lo sviluppo delle essenze arboree, di arbusti e della fascia sempre verde prosegue e va avanti secondo naturali e regolari stadi di crescita o risulta impedito da eventi non prevedibili o da errori  di impianto.
Avendo avuto l’opportunità di seguire l’iter i lavori con documentazione, anche fotografica dell’evoluzione/involuzione di quanto in progetto
si chiede, infine,
·         se l’intervento risulta sottoposto a regolare collaudo e quale, nel caso, l’esito dello stesso.
Nella convinzione di dubbia utilità e finalità dell’intervento in questione, si chiede formale ed analitica risposta di riscontro a tutti i punti oggetto della richiesta, onde evitare successive puntualizzazioni sullo stesso argomento.
Palazzolo Acreide, 26 giugno 2015

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