giovedì 28 gennaio 2016

Riflessioni sull'ultimo Consiglio (dal Consiglio Comunale del 23 gennaio 2016)

Voglio chiarire alcuni aspetti sui fatti avvenuti nell’ultimo consiglio, relativamente ad un mio intervento, divenuto, inconsciamente, oggetto di “lezioni di democrazia”, contro chissà quale atteggiamento vessatorio nei confronti della libertà del consigliere comunale.
Inconsciamente, per non conoscenza dei fatti, da parte di chi è intervenuto.
Il consigliere Gallo ed altri che sono intervenuti, sono persone attente, che democraticamente accettano il dialogo e con cui è piacevole interloquire, senza alterarsi in alcun modo.
Ho scelto di ascoltare, senza replicare, per non alimentare, in peggio, un clima giustamente teso, in cui tutti abbiamo preso atto di una scelta di campo, chiara e libera. Una scelta chiarificatrice per il buon lavoro di questo Consiglio.
Ritengo, tuttavia, sia opportuno conoscere la cronaca degli avvenimenti.
Prima della seduta, come consuetudine, il gruppo consiliare al quale appartengo ha tenuto una rituale riunione di pre-consiglio, con due opzioni in discussione sul tema principale della serata, cioè l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale.
La prima, una scelta di protesta, significativa e piena di motivazioni, contro i metodi utilizzati dalla maggioranza, che sia io che i consiglieri Cappellani e Spada, avevamo già evidenziato nei nostri interventi.
Il metodo del concorso a premi, quello di attribuire le cariche a chi riporta più voti, che non mette necessariamente fra i requisiti la professionalità necessaria e le reali capacità amministrative; se ci sono, bene, se non ci sono, poco importa. Un operato, sin qui, che corrisponde a coprire necessità di lista e a consolidare opportunità “lavorative”, anche ventennali, in alcuni casi.
Quindi la nostra prima opzione era di confermare il Presidente uscente, accettando, per una volta, il vostro criterio. Il consigliere più votato alla massima carica.
Discutibile, ma sempre criterio era. Criterio tradito da parte vostra, come per tante altre cose. Tradimento nei confronti dell’elettorato.
Sarebbe stata, tuttavia, una protesta di difficile comprensione. Sarebbe divenuta motivo di spiegazioni e discussioni sull'interpretazione autentica, quindi un’inutile perdita ti tempo. Un distogliere l’attenzione da proposte e problemi più seri, legati al ruolo di opposizione.
La seconda opzione era quella di offrire un candidato credibile e preparato, scelto all’interno del Gruppo, nel caso, l’avv. Giulia Licitra. Candidatura accettata dall’interessata e condivisa dai presenti.
La consigliera Giardina, partecipando, in ritardo, alla riunione, ha appreso della decisione unanime del gruppo, chiarendo, tuttavia, che avrebbe votato per l’attuale Presidente Sigona, ma dichiarandosi disponibile a chiarire in Consiglio, luogo di massima espressione di libertà e risonanza, i motivi del voto. Cioè a rendere pubblico l’indirizzo della segreteria del partito, a cui risulta iscritta dal dopo elezioni.
I consiglieri del gruppo consiliare hanno preso atto serenamente (e l’interessata può testimoniarlo) della scelta e dell’impegno preso, non operando alcune pressione o critica alla decisione libera e convinta della consigliera Giardina.
La sua libertà di scelta risulta, quindi, salvaguardata e garantita.
Ciò significa che il mio intervento, come quello di qualsiasi altro componente del gruppo consiliare, era programmato. Ha dato l’opportunità di un chiarimento pubblico, su un fatto che determina, indubbiamente, un cambio del panorama politico di questo paese, che non poteva passare in sordina.
Nessuna rabbia o acrimonia nei confronti della consigliera Giardina, ma naturale presa d’atto della libera scelta operata e che determina una realtà politica nuova.
D’altronde, non è la prima volta che, per un motivo o per un altro, si sono registrati, negli anni passaggi di consiglieri da una parte all’altra. È uno degli aspetti fisiologici della politica locale.
Ne consegue che il Partito Democratico ha scelto di stare vicino alla maggioranza, avendo indirizzato in tal senso tutti i propri consiglieri.
Lo avvalora la scelta operata dal gruppo consiliare sul nome della consigliera Licitra, anch'essa con tessera PD. È stata un’opportunità tesa a garantire l’unità del gruppo stesso e, contemporaneamente, senza ledere le esigenze e le sopravvenute aspirazioni di partito.
Il terzo consigliere PD, dichiaratosi, giustamente, fiero di appartenere all’attuale maggioranza, per storia e convinzione, sarebbe stato ugualmente eletto, senza il minimo sospetto di defezione alcuna dei suoi.
Allo stesso (a Lei sig. Presidente) va il nostro apprezzamento per la chiarezza e la coerenza dimostrate, nonché una collaborazione disinteressata, nei momenti in cui si tratteranno argomenti di interesse collettivo.
La gioia del partito, pertanto, poteva essere ugualmente soddisfatta. Il vanto di avere, senza colpo ferire, conquistato una carica istituzionale prestigiosa poteva essere espresso, senza generare quei dubbi che oggi sono realtà, ovvero una nuova scelta di campo!
Un’analisi politicamente più attenta e maggiore esperienza nell’arte di praticare la politica, avrebbero suggerito il voto del quinto consigliere a favore della Licitra. Invece si è registrata la ferma - premeditata - volontà di rompere il gruppo di opposizione.
Si poteva, persino, capire un “aiutino” al Presidente neoeletto, solo se non avesse potuto contare su numeri certi.
Ma oggi la parte politica in questione ha scelto fra due candidati, propri iscritti e presenti in Consiglio, in continuità con la peggiore tradizione che già ha visto negli anni e nei in vari Consigli precedenti, la presenza di partiti con propri consiglieri in entrambi i versanti.
Frutto, indubbiamente, di assenza di linea ed analisi politica coerente ed in prospettiva, finalizzata al potere, in quanto tale.
Un partito, se tale è, per sua definizione rappresenta una parte, non più parti, appunto, per esclusivo interesse di potere, in virtù dei numeri acquisiti.
La conclusione di questo mio intervento, un augurio: amici come prima nel rispetto dei ruoli assunti.

Palazzolo Acreide, 23 gennaio 2016
Fabio Fancello

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